Bce: i mercati sbagliano, niente rialzo dei tassi nel 2022
Il capoeconomista Lane sottolinea che non ci sono le condizioni previste dalla forward guidance della banca centrale
di Francesco Ninfole
La Bce rassicura gli investitori sui tassi. Le attese dei mercati di un rialzo già l’anno prossimo non considerano la nuova forward guidance che impone alla banca centrale più pazienza prima per una stretta monetaria. In tal senso sono andate le dichiarazioni di ieri del capoeconomista Bce Philip Lane: «Se si guardano i prezzi di mercato della curva dei tassi forward, è difficile riconciliare alcune opinioni degli operatori con la nostra forward guidance, che è molto chiara», ha detto in una videoconferenza. «Diversi membri del consiglio hanno indicato che i mercati potrebbero non aver assorbito in pieno la forward guidance».
Ieri anche il governatore della Banca di Francia, François Villeroy de Galhau, ha sottolineato che «non c’è ragione per la Bce di alzare i tassi l’anno prossimo», dato che «l’inflazione è ora un po’ sopra il 2% ma siamo convinti che scenderà sotto la soglia entro la fine del prossimo anno».
Secondo quanto emerge dai prezzi di mercato, gli operatori vedono un primo rialzo dei tassi Bce già a ottobre 2022. Ma questo esito non è in linea con gli impegni presi dalla banca centrale. Lane ha ricordato ieri che per una stretta sono necessarie tre condizioni: l’inflazione nell’Eurozona deve raggiungere il 2% prima della fine dell’orizzonte di proiezione (il 2023 al momento) e fino al termine della finestra temporale, con miglioramenti significativi anche dal punto di vista dell’inflazione di fondo (al netto cioè delle componenti più volatili, come energia e alimenti).
Il capoeconomista Bce ha rilevato che a breve termine il traguardo del 2% può sembrare più vicino, ma non altrettanto si può dire per l’attesa di inflazione nel 2023, che è ora all’1,5%. Inoltre Lane ha sottolineato che il rialzo recente dell’inflazione è legato ai prezzi dell’energia e all’effetto della fine della pandemia, ai quali la banca centrale non deve reagire, mentre non c’è sufficiente progresso nelle dinamiche di fondo. Il banchiere centrale ha poi rimarcato l’orientamento di medio termine della Bce, in opposizione a una risposta ai dati a breve, ricordando l’impegno ad azioni «incisive o persistenti» quando i tassi sono al limite inferiore, se necessario anche superando il 2% di inflazione in modo temporaneo e moderato.
Nei giorni scorsi anche la presidente Christine Lagarde ha dato garanzie sulla pazienza della Bce in tema di tassi, a differenza di quanto avvenuto nel 2008 e nel 2011, quando Francoforte ha varato due strette monetarie premature, poi rivelatesi controproducenti. «Al momento non è ipotizzabile che un rialzo dei tassi avvenga nel 2023, date le condizioni indicate dalla Bce» nella forward guidance, ha detto Lagarde a fine settembre alla commissione Affari economici del Parlamento Ue, smentendo una possibilità evocata in un articolo del Financial Times.
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Articolo tratto da “Milano Finanza” del 20/10/2021