Bce: l’inflazione è ancora bassa

di Francesco Ninfole

Christine Lagarde, presidente della Bce, si è mostrata ieri insoddisfatta del livello raggiunto dall’inflazione nell’Eurozona, che «rimane bassa» nonostante il rialzo del dato a gennaio al +0,9% dal -0,3% di dicembre, dovuto in buona parte a fattori temporanei. Perciò, ha aggiunto alla plenaria del Parlamento Ue, «rimane essenziale un ampio stimolo monetario» per assicurare che «condizioni di finanziamento favorevoli mettano la ripresa in una traiettoria sostenibile». Di conseguenza l’ultimo dato sui prezzi non influenzerà gli acquisti di titoli nel piano pandemico Pepp.

Lagarde ha detto che la Bce «si attende un ulteriore aumento dell’inflazione nei prossimi mesi», ma «le pressioni sottostanti sui prezzi probabilmente rimarranno deboli a causa della debole domanda, di basse spinte ai salari e dell’apprezzamento dell’euro». Negli ultimi giorni sono salite anche le attese di mercato sull’inflazione: gli operatori si attendono a dieci anni un dato all’1,39%, il più alto da marzo 2019, ma comunque sotto l’obiettivo Bce («sotto ma vicino al 2%»). Le stesse stime di Francoforte prevedono dati inferiori al target almeno fino al 2023, quando l’inflazione dovrebbe raggiungere l’1,4%.

Le stime economiche peraltro sono ancora incerte. Lagarde ha evidenziato che «mutazioni del virus e possibili restrizioni alle attività» costituiscono «un significativo rischio di peggioramento dell’economia». Accanto al ruolo delle banche centrali, per sostenere la ripresa resta decisivo quello dei governi secondo Lagarde, anche se le misure fiscali devono essere «mirate e focalizzate agli interventi più in grado di stimolare l’economia». Inoltre, ha aggiunto in seguito rispondendo agli eurodeputati, bisogna considerare «la sostenibilità dei conti nel medio-lungo termine». La presidente Bce ha rinnovato l’invito a riformare il Patto di Stabilità e a usare al meglio le risorse del Recovery Fund, che potrebbe avere un impatto positivo sul pil dei Paesi Ue «già quest’anno».

Riguardo alle azioni sul cambiamento climatico Lagarde ha ricordato che non sono responsabilità primaria delle banche centrali. La Bce però non ignorerà la materia. Francoforte ha già aumentato gli acquisti del portafoglio non legato alla politica monetaria. Ma sul clima la Bce sta considerando di andare «ben oltre» queste operazioni nell’ambito della revisione della strategia che, ha precisato Lagarde, sarà conclusa «nella seconda metà del 2021». Sull’euro digitale, invece, sarà pubblicata in primavera un’analisi basata sulle risposte alla consultazione pubblica. In seguito la Bce deciderà se far partire definitivamente i lavori per la valuta digitale.

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Articolo tratto da “Milano Finanza” del 09/02/2021