Contrarian
di Angelo De Mattia
Mentre con l’ipotesi della Superlega calcistica si accentua la finanziarizzazione del calcio, si riunisce, domani, il consiglio direttivo della Bce. Dopo la precedente riunione interlocutoria dell’11 marzo, si attende una posizione più netta sul governo della moneta in relazione alla fase ancora incerta del contrasto della pandemia. Finora, pur con qualche differenziazione, è stata, però, chiara la posizione sulla politica espansiva, dichiarandosi che è preferibile eventualmente eccedere per «troppo» anziché per «troppo poco» e ammonendosi a non ritirare i sostegni pubblici troppo presto. Nel non ritiro è ovviamente da ritenere compresa la sospensione del Patto di Stabilità europeo e della normativa sul divieto di aiuti di Stato. Ma proprio per come ora si presenta la pandemia, non della stessa virulenza di alcuni mesi fa, ma neppure in una fase decisamente calante (mentre si accresce l’esigenza di rilanciare l’economia e il lavoro) dalla Bce è lecito attendersi qualche concreta decisione di rafforzamento del suo intervento non convenzionale. Soprattutto occorre con specifiche misure agevolative dare impulso all’impiego della liquidità non comune giacente nei conti correnti delle banche, anche valutando la trasformazione che questa allocazione sta registrando come conseguenza non di una situazione di normalità ma per scopi precauzionali, stanti soprattutto le gravi incertezze che pesano sul futuro. Il direttivo dovrebbe valutare attentamente se e come le misure finora adottate, pure quelle sulla penalizzazione dei depositi degli istituti, abbiano influito, in ultima istanza, sul sostegno dell’economia dell’area. Intanto, si sono smorzate quelle richieste, provenienti dal versante dei rigoristi, volte a tener conto della presunta risalita dell’inflazione e, dunque, del progressivo venir meno della base anche giuridica per le misure non convenzionali, avvicinandosi il raggiungimento del target «intorno ma sotto il 2 per cento», il cui conseguimento concreta l’adempimento del mandato, fissato per la Bce, per il mantenimento della stabilità dei prezzi. In effetti, l’ipotizzato deciso incremento dell’inflazione non si è verificato. D’altro canto, l’impatto dell’aumento dei rendimenti dei titoli pubblici americani è stato minore finora di quello temuto, anche perché l’aumento è risultato inferiore alle previsioni. Tuttavia, sulle operazioni straordinarie occorre fare chiarezza, anche prima che sia completata la revisione in corso della politica monetaria. Ma poi sarebbe doveroso che il Direttivo esaminasse anche le principali regole e le specifiche misure di Vigilanza bancaria che, tra l’altro, riguardano le moratorie dei prestiti, le garanzie pubbliche, gli impatti della condizione di default. È giusto occuparsi del Next Generation Eu, dei piani nazionali, del non ritiro dei sostegni pubblici, ma, prima ancora, sarebbe doveroso occuparsi di misure e indirizzi nei quali la Bce ha una diretta o indiretta competenza. Si tratta di disposizioni e orientamenti che, ispirati a una perdurante visione massimamente rigoristica, rischiano di creare forti ostacoli all’attuazione dei provvedimenti in questo campo adottati dagli Stati, in particolare dall’Italia. Un indirizzo preciso della Bce, pur sapendo del concorso delle competenze di istituzioni e organi in materia, sarebbe molto importante. Così come è legittimo attendere l’esplicitazione di una posizione sulle criptomonete, considerato ciò che sta accadendo al riguardo, in specie, negli Usa e in Cina. L’esigenza di una regolamentazione e di controlli si è fatta ineludibile, se si vogliono prevenire conseguenze ben più pesanti di quelle che, per esempio, si sono verificate con i derivati. Insomma, vi sarebbero i presupposti perché la seduta di domani non sia un ulteriore momento di passaggio bensì si segnali per i contenuti delle decisioni e per il sostegno della ripresa.
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Articolo tratto da “Milano Finanza” del 21/04/2021