Ecco l’identikit dei 240 family office italiani
A tracciarlo è l’Osservatorio Family Office della School of Management del PoliMi e il Centro di Family Business Management della Libera Università di Bolzano
di Lucilla Incorvati
Al passo con i tempi e le esigenze delle famiglie imprenditoriali evolvono nella struttura e numericamente i family office italiani, società che forniscono servizi di gestione del patrimonio a una o più famiglie. Attualmente, seppur concentrate in Lombardia (Milano in particolare), sono state identificate 214 strutture che puntano sull’economia reale. Lo rivela l’Osservatorio family office, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano con il Centro di Family Business Management della Libera Università di Bolzano.
Il monitoraggio
Quello dei family office è un fenomeno abbastanza recente nel nostro Paese (più di due terzi sono nati negli ultimi vent’anni), ma che si sta imponendo visto che i ritorni sugli investimenti sono stati in molti casi al di sopra delle aspettative. Nel lavoro viene analizzato con un rigoroso censimento attraverso un questionario somministrato a tutti i soggetti attivi, oltre a interviste dirette e focus group con diversi stakeholder (advisor, membri di famiglie imprenditoriali, family officer, wealth managers, ect).
Dove e come investono
Due terzi dei single family office hanno aumentato dal 2020 al 2021 il peso del private equity (in media pari al 14%) nella propria asset allocation e tutti hanno dichiarato di volerlo fare crescere nei prossimi 5 anni. Ma soprattutto, i single family office puntano sempre più sull’economia reale: sono 94 i deal condotti dal 2016 ad oggi su imprese attive, di cui 67 con valore noto, per un totale di 532 milioni di euro di investimento, di cui 256 milioni solo nel 2021.
Si tratta in particolare di aziende dell’Ict, dai portali alle piattaforme digitali, alle società Fintech, fondate per lo più nel decennio 2011-2021 o in quello ancora prece-dente, con sede prevalentemente in Lombardia (56%) e Veneto (il 13%). Anche le considerazioni di natura ambientale e sociale (Esg) iniziano a essere rilevanti nei processi d’investimento e di asset allocation dei family office, tuttavia manca ancora una svolta decisiva verso l’adozione di metriche di finanza socialmente responsabile (Sri).
«La parola che meglio rappresenta il lavoro svolto in questa seconda edizione dello studio è diversità – sottolinea Josip Kotlar della School of Management del Politecnico di Milano -spesso si parla dei family office come un tipo di organizzazioni omogenee, con molte caratteristiche ricorrenti, invece, non è affatto così. Anche in Italia i family office sono diversi gli uni dagli altri, sia per quanto riguarda le caratteristiche e gli obiettivi delle famiglie, sia per le scelte organizzativo-strutturali. La combinazione di questi due elementi fa sì che anche le strategie e le risorse dei family office siano specifiche e diverse tra loro». «La ricerca punta a evidenziare che le famiglie stanno diventando sempre più professionalizzate e consapevoli, una spinta accelerata dal Covid19 e dall’arrivo delle nuove generazioni» – aggiunge Alfredo De Massis della Libera Università di Bolzano.
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Articolo tratto da “Il Sole 24 Ore” del 21/09/2022