Hedge e BTp: moral suasion anti operazioni spregiudicate

Domanda speculativa nei collocamenti: il Tesoro media con gli hedge fund.

di Morya Longo

Non è una guerra agli hedge fund. Il Tesoro italiano non intende imporre limiti formali ai fondi speculativi sugli acquisti di titoli di Stato sul mercato primario, come alcuni rumors indicherebbero. Intende però fare un po’ di moral suasion. Dialogo, insomma, per evitare atteggiamenti troppo speculativi durante i collocamenti di BTp. Più aggressivi potrebbero essere il Tesoro di Francia e Spagna, secondo quanto riporta il Wall Street Journal. Una cosa è comunque certa: in maniera più o meno informale e con toni più o meno concilianti, vari ministeri del Tesoro stanno pensando di porre un argine alla distorta partecipazione degli hedge fund ai collocamenti di titoli di Stato. Partecipazione che gonfia artificialmente la domanda, ma che poi rischia di diventare un boomerang per i Tesori stessi.

L’Italia subì questo fenomeno lo scorso febbraio. In collocamento, tramite un gruppo di banche, c’erano due BTp: uno decennale e uno trentennale indicizzato all’inflazione. Appena avviata l’operazione, le agenzie di stampa iniziarono ad annunciare una domanda da record: di miliardo in miliardo, le banche collocatrici raccolsero in poche ore ben 134 miliardi di euro di ordini d’acquisto. Ma poi, nel pomeriggio, il libro ordini fu “tagliato” a 82 miliardi, facendo sparire di colpo qualcosa come 50 miliardi di ordini da parte degli investitori. Il motivo è che in mezzo a quei 134 miliardi di ordini ce n’erano alcuni di dimensioni molto rilevanti arrivati da un gruppo ristretto di hedge fund, che poi si sono tirati indietro quando il Tesoro ha ridotto i rendimenti dei BTp in emissione.

Questo è il nocciolo del problema. Alcuni hedge fund, sapendo che se la domanda è abbondante ci sarà un riparto, inviano ordini d’acquisto spropositati. Di tanti miliardi. Chiedono 100, insomma, sapendo che avranno 2 dopo il riparto. Il problema è che poi si ritirano non appena il Tesoro – proprio vedendo l’abbondante domanda – riduce i rendimenti offerti. Questo crea non pochi problemi sul mercato: la domanda a fisarmonica (che prima cresce e poi si riduce) può infatti far pensare che qualcosa sia andato storto nel collocamento, o che il Tesoro abbia prezzato in maniera troppo aggressiva il titolo. Insomma: la pubblicità per il Tesoro diventa negativa, con possibili ripercussioni sul mercato dei titoli di Stato.

Ecco perché già in sede di European Sovereign Debt Management vari ministeri del Tesoro stanno discutendo su come porre un argine alle speculazioni degli hedge fund. Se l’Italia non intende porre limiti formali, però una certa moral suasion su questo gruppetto di investitori è in corso: perché da un lato è salutare che sul mercato ci siano tutte le tipologie di investitori (anche gli hedge fund sono importanti), dall’altro atteggiamenti troppo aggressivi diventano nocivi. Scoraggiare le operazioni spregiudicate, non scoraggiare gli investitori: questo è l’obiettivo finale.

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Articolo tratto da “Il Sole 24 Ore” del 11/05/2021