Il terzo polo nascerà tra Bologna e Modena. Milano? Può attendere
di Luca Gualtieri
Per l’incursione di Unipol sulla Popolare di Sondrio non è il caso di parlare di mossa a sorpresa, non solo perché, come hanno confermato le dichiarazioni rese ieri dal direttore generale Mario Pedranzini, i rapporti tra l’istituto valtellinese, la compagnia e la partecipata Bper sono consolidati, ma anche perché il rally segnato dalle azioni della popolare negli ultimi mesi è lì a testimoniare le aspettative che il mercato nutriva da tempo. Nemmeno stupisce il dinamismo di Unipol, che, a meno di otto anni dal salvataggio di Fonsai, nel 2020 aveva già affiancato Intesa Sanpaolo nell’assalto a Ubi, consentendo a Bper di aggiudicarsi i 620 sportelli del gruppo lombardo e aprendo così una nuova stagione di consolidamento bancario. Se nell’anno del Covid molte aziende hanno preferito congelare investimenti e operazioni straordinarie e attendere tempi più propizi, Unipol è stata tra i pochi a muoversi. Semmai oggi la city milanese si interroga su quali saranno le prossime mosse di Carlo Cimbri. Si sa che il banchiere Enrico Cuccia aveva una passione per le assicurazioni, ritenendo a ragione che le loro riserve fossero il misconosciuto tesoretto della finanza italiana. Cimbri vede le cose da una prospettiva opposta e, muovendo dalle polizze, ha progressivamente spostato l’attenzione sul sistema bancario. Così, dopo la salita al 18,9% di Bper e il rastrellamento dei titoli della Popolare di Sondrio, la compagnia potrebbe promuovere la nascita di quel terzo polo bancario che il sistema auspica da tempo. Un polo che manterrebbe come baricentro il saldo asse tra Bologna e Modena e che, soprattutto, non avrebbe fretta di espandersi nella pur vivace piazza milanese.
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Articolo tratto da “Milano Finanza” del 27/05/2021