La capacità ‘genetica’ di adattarsi ai contesti
Il ruolo del Family Office, nell’accezione comune, è diretto al coordinamento e all’indirizzo strategico del patrimonio di una famiglia con l’obiettivo di trasferirlo alla generazione successiva. Il concetto è centrale, ma non è comprensivo dei meccanismi interni che ne determinano le dinamiche e la composizione. Emanuela Musci, Founder S&O Multi Family Office, sottolinea come, in un panorama internazionale in cui la componente maggiore è composta da Single Family Office, “anche in Italia seppur difficilmente censiti, i Single Family sono più numerosi dei Multi Family”. S&O si classifica, in questo scenario, come Private Multi Family Office, “una struttura di natura non commerciale, in cui sono aggregate famiglie che effettuano scelte di investimento sulla base di valori e principi comuni”, e rientra in questa tipologia dal 2008, alla fine di un’evoluzione avviata a fine anni ’80 come Single Family. Musci racconta come anche per il settore, la crisi pandemica sia stata un banco di prova importante. “Oggi ci troviamo in un contesto storico caratterizzato da grande incertezza, determinato dalla magnitudo dello stop delle economie mondiali, a seguito dello shock esogeno causato dal COVID-19”. La conseguenza è nota: un aumento del debito globale, già elevato prima della pandemia, e l’ingresso “in un contesto, di inflazione senza precedenti nella storia economica”. La sfida del Family Office, in questo scenario “è la ricerca di asset sicuri affinché il patrimonio possa essere trasferito alle generazioni future”, ma non solo: “È cruciale anche come si crea valore, non solo quanto valore si crea”.
IL PESO DEI “VALORI” DELLA FAMIGLIA
La pandemia ha quindi creato l’occasione per riflettere su un tema, secondo Musci, ossia quanto gli investimenti sottostanti rispecchiano i valori della famiglia. “Quello che credo sia emerso in modo cogente, è il memento che Family Office e Family Business sono due realtà altamente interconnesse”. Ad avvallare questa considerazione anche studi svolti nel corso della crisi che hanno rilevato come le imprese familiari abbiano reagito in modo più efficace. “La sintesi è che nelle aziende familiari c’è un reale interesse verso tutti gli stakeholder nel lungo periodo ed evidenzia che Family Office e Family Business hanno ‘geneticamente’ maggiore capacità di adattarsi alla complessità dei contesti. Oltre a ciò – continua –, la possibilità di immettere liquidità in maniera più veloce ha fatto la differenza nelle prime fasi della crisi e, a latere dell’azienda, un Family Office che alloca gli asset, consentendo di disporre di un polmone di liquidità, credo possa aver fatto la differenza”. Un altro punto riguarda l’orizzonte temporale di queste entità: “I Family Office tendono a investire con un orizzonte temporale che non è il prossimo trimestre: è la prossima generazione”, per questo motivo “se si è supportati da gestori disciplinati e affidabili, si è già allocati in modo da sopportare il cigno nero”. Il punto è centrale: una pianificazione strategica complessa in cui “per ogni asset class si prende in considerazione il rischio associato, e se la famiglia è in grado di sopportarlo nello scenario globale”.
ELEMENTI DI CRESCITA
Tra gli elementi di crescita del settore, oltre alla “spiccata sensibilità” delle nuove generazioni per gli investimenti ESG, in cui emerge come “la ricchezza comporti una responsabilità sia nei confronti della famiglia sia della società intera”, Musci sottolinea la “capacità di affrontare il cambiamento” e l’assenza di conflitti di interesse: “Il Family Office non ha vincoli di budget nel piazzare prodotti, ma effettua delle scelte nell’esclusivo interesse della famiglia che lo ha istituito”. Un ultimo punto riguarda l’avanzata degli investimenti illiquidi. “Nel nostro Paese si assiste, in tempi recenti, a un importante segnale nei private market, soprattutto in questo contesto di ripresa”. Anche qui l’andamento evidenziato dagli analisti è un crescente appetito dei Family Office per il settore, “l’obiettivo è quello di incrementare gli investimenti in private equity e venture capital, e quelli diretti in società e club deal”. Gli investimenti in economia reale sono destinati a ricoprire un ruolo sempre più importante all’interno dell’allocation dei Family Office anche per la loro natura imprenditoriale: “Spesso nascono da famiglie imprenditoriali e, per la mia esperienza – conclude Musci–, un imprenditore capisce meglio un investimento di questo tipo, stante il rischio e l’illiquidità. L’imprenditore coglie i fattori di rischio, perché sono nel suo DNA”.
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Articolo tratto da “Funds People” di dicembre