L’industria italiana è ripartita: +3,1% a giugno
di Silvia Valente
A giugno il fatturato dell’industria italiana, al netto dei fattori stagionali, è cresciuto quasi del 5% sul mercato estero e dell’oltre 2% su quello interno. L’aumento complessivo è stato del 3,1%. In termini tendenziali il fatturato è cresciuto del 28,4% (+30,2% sul mercato estero e +27,5% sul mercato interno). Allargando lo sguardo al secondo trimestre, la crescita dei ricavi industriali rispetto ai primi tre mesi dell’anno è risultata ancora superiore: +5,5% sul mercato interno, quasi +5% su quello estero e +5,2% in totale. Lo ha reso noto ieri l’Istat nella sua statistica flash.
Eliminando dal computo i fattori stagionali gli indici del fatturato industriale risultano positivi in tutti i principali settori. Prima si colloca l’energia, con un +6%. I beni intermedi seguono poi molto vicini con un +5%. Infine, seppur con valori minori, anche beni di consumo e strumentali hanno registrato un aumento nei ricavi: rispettivamente del 2,6% e dello 0,3%.
Considerando, invece, i reali giorni lavorativi, che da calendario sono stati 21 a giugno (esattamente come nel mese corrispondente dello scorso anno), il fatturato dell’industria è cresciuto del 28,5% su base annua. Nello specifico, del 30% sul mercato estero e del 27,5% su quello interno. Tali valori si sono declinati positivamente anche nei singoli comparti. Domina anche qui l’energia, con il +54%. Seguono, quasi a pari merito, i beni intermedi (+35%) e quelli strumentali (+31%). I beni di consumo chiudono la fila con un complessivo incremento del 14%, trainato in particolare dal +26% della componente non durevole. All’interno del ramo manifatturiero, la sola industria farmaceutica ha riportato un valore negativo, anche se con una variazione pressoché nulla (-0,1%).
È proprio il «motore manifatturiero che gira a pieni regimi» a trainare un «Paese senza ombra di dubbio in forte crescita», ha commentato il responsabile della sezione economica di Nomisma, Lucio Poma. «I dati sul fatturato, letti congiuntamente a quelli sulla produzione industriale, sulle esportazioni, sulla bassa inflazione, e sulla crescita del prodotto interno lordo, tutti relativi al secondo trimestre», dimostrano che non si tratta semplicemente di «un fenomeno congiunturale, ma si stanno raccogliendo i frutti degli investimenti strutturali in Industria 4.0, intrapresi dai diversi sistemi produttivi italiani». L’importante è evitare che i tre potenziali ostacoli rallentino tale corsa, ammonisce il capo economista della società di consulenza. Nello specifico, «le competenze sul mercato del lavoro devono quanto prima adeguarsi a questa trasformazione. Le materie prime non devono mai mancare nei magazzini delle imprese. Il settore terziario deve riuscire a agganciarsi a questa crescita manifatturiera». I soli dati sul fatturato industriale sono già «ottimi, consistenti e promettenti» , ha commentato il presidente dell’Unione dei Consumatori Massimiliano Dona.
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Articolo tratto da “Milano Finanza” del 27/08/2021