Nei sei mesi scende ancora la domanda di credito delle imprese
Richieste diminuite del 7,2%. Aumenta l’importo medio, che supera i 120mila euro
di Giovanna Mancini
Gli effetti della stretta monetaria da tempo annunciata (e ora attuata) dalla Bce non sembrano al momento preoccupare le imprese italiane, come dimostrano i dati dell’ultimo Barometro Crif sulla domanda di credito alle banche tra gennaio e giugno.
Dopo un 2021 che ha segnato la ripresa dell’economia nazionale post pandemia, nel primo semestre dell’anno il numero di richieste di credito presentate dalle aziende è infatti diminuito del 7,2%. «Le imprese ragionano al contrario delle famiglie – spiega Simone Capecchi, executive director di Crif, interpretando questi dati –: queste ultime generalmente bloccano le richieste di finanziamento per paura di non poter ripagare i prestiti, determinando una frenata dei consumi. Le imprese invece, quando c’è o si prospetta una situazione di minore liquidità, si affrettano a chiedere credito alle banche prima dell’eventuale stretta». Ma in questi mesi la corsa non c’è stata, nemmeno nel secondo trimestre, quando già gli effetti della guerra, del caro energie e materie prime iniziavano a pesare sulle aziende.
Il calo della domanda indica perciò una necessità meno impellente rispetto al passato di rivolgersi agli istituti di credito per far fronte alla contrazione dei fatturati e dei flussi di cassa che si erano registrati nella fase più acuta della pandemia, quando le aziende erano state indotte a richiedere un grande numero di finanziamenti, anche per importi contenuti. Ora, viceversa, a fronte del calo di domande, si registra viceversa un aumento dell’importo medio richiesto, che nel primo semestre 2022 si attesta a 120.227 euro, con una crescita del 13,6% rispetto ai primi sei mesi del 2021. Segno che nella prima parte dell’anno c’è stato, nonostante tutto, «un consolidamento del ciclo economico», aggiunge Capecchi: «Malgrado le innegabili difficoltà e i timori per i prossimi mesi, le imprese hanno mantenuto sinora la barra dritta e una capacità di affrontare la situazione con lucidità e razionalità. Vedremo cosa accadrà nei prossimi mesi». Anche sul fronte del credito deteriorato, nonostante il venir meno delle moratorie non si è registrato un picco di insolvenze.
Guardando alla distribuzione territoriale delle richieste di credito, il calo della domanda è stato particolarmente sensibile (oltre il 10%) in Liguria, Campania, Sardegna, Sicilia, Veneto e Friuli, mentre è viceversa aumentata la domanda nelle Marche e in Trentino-Alto Adige.
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Articolo tratto da “Il Sole 24 Ore” del 23/07/2022