Panetta (Bce): va usato tutto il Pepp e anche di più

Più acquisti di titoli se sarà necessario per contrastare l’aumento dei tassi e l’inasprimento delle condizioni finanziarie.

di Francesco Ninfole

Fabio Panetta

«Non c’è motivo di esitare ad aumentare il volume degli acquisti e a spendere l’intera dotazione del Pepp, o anche più, se necessario». Lo ha sottolineato ieri Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo Bce, in un webinar del centro Baffi Carefin della Bocconi diretto da Donato Masciandaro. «In questo modo potremo evitare un inasprimento delle condizioni di finanziamento che altrimenti potrebbe a lungo comprimere l’inflazione al di sotto del nostro obiettivo», ha aggiunto. Dopo l’aumento dei costi di finanziamento per Stati e privati nelle scorse settimane e alla luce dei rischi al ribasso per inflazione e crescita la Bce non dovrà fermare lo stimolo monetario, secondo Panetta, che ha utilizzato una canzone dei Daft Punk per sintetizzare il messaggio: «Harder, better, faster, stronger».

L’appuntamento-chiave della Bce sarà il consiglio dell’11 marzo, nel quale sarà chiarita la posizione di Francoforte sugli acquisti del piano pandemico Pepp, che al momento possono arrivare fino a un massimo di 1.850 miliardi (ammontare che non per forza sarà impiegato integralmente). Un passo avanti in senso espansivo sarebbe il pieno utilizzo delle risorse o un’estensione del tetto per frenare un aumento dei tassi in grado di zavorrare crescita e inflazione (a febbraio rimasta stabile a +0,9%, come comunicato ieri da Eurostat, lontana dall’obiettivo del 2%). Sugli acquisti di titoli è noto il freno da parte della Germania. Nei giorni scorsi la presidente Christine Lagarde e il capoeconomista Philip Lane hanno evidenziato l’attenzione della Bce all’aumento dei tassi nominali, mentre Isabel Schnabel, membro del board tedesco, si è limitata a quelli reali. Secondo Panetta, «con il rialzo dell’inflazione effettiva e attesa l’ancoraggio dei rendimenti nominali consentirà di comprimere i rendimenti reali. A sua volta un più basso livello dei tassi reali risulterà pienamente coerente con le condizioni dell’economia europea, afflitta da un livello di attività ben inferiore al potenziale e da un tasso d’inflazione effettiva e attesa assai contenuto».

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Articolo tratto da “Milano Finanza” del 04/03/2021