Una nuova anagrafe immobiliare per avviare la riforma del Catasto

Fisco. Oggi il via libera della commissione parlamentare sull’Anagrafe tributaria al pacchetto di proposte per le nuove regole sulle banche dati. L’obiettivo è un archivio degli atti notarili contro il riciclaggio

 

 

Una banca dati integrata tra informazioni catastali e quelle delle proprietà immobiliari per attuare la nuova Anagrafe immobiliare. Una serie di informazioni che consenta a tutte le amministrazioni, anche quelle locali, di conoscere i dati di natura urbanistica e quelli dei soggetti residenti e titolari di diritti reali. A leggerla così la proposta avanzata al Senato dalla bicamerale sulla vigilanza dell’Anagrafe tributaria la nuova banca dati da attuare sembra porre le basi per la nuova riforma del catasto proposta dal Governo nella legge delega in discussione alla Camera. Proposta di riforma su cui però a Montecitorio si è acceso il confronto politico con la maggioranza spaccata sullo stralcio dell’articolo 6 dedicato al nuovo al catasto.

Nel documento sull’interoperabilità delle banche dati che la bicamerale approverà oggi non si parla però solo di anagrafe immobiliare integrata, per al quale si rinvia al servizio in pagina. Deputati e senatori forniscono al Governo un panorama più ampio di quello che potrebbe essere il futuro fisco digitale tra cloud nazionale e nuove banche dati. Con la possibilità di ampliare gli accessi sia ai comuni sia ad altri soggetti tra cui le compagnie di assicurazione; o ancora gestire il contenzioso fiscale e l’accesso alle sentenze (si veda il servizio in pagina), così come disciplinare gli accertamenti dell’amministrazione finanziaria.

Tra le nuove banche dati da introdurre la commissione di vigilanza propone, sul modello spagnolo, la costituzione di una base dati centralizzata con finalità antiriciclaggio nella quale far confluire i dati di tutti gli atti notarili. In sostanza una base informativa costituita da compravendite immobiliari e dalle attività contrattuali per la costituzione di società. In questo modo si potrebbe evitar e la stipula di più atti notarili con professionisti diversi per realizzare operazioni di riciclaggio in quanto nessuno dei notai coinvolti può avere una visione complessiva dell’operazione messa in essere.

Tra gli interventi da realizzare in tema di accertamenti e controlli il Parlamento chiede al governo di escludere in maniera esplicita che gli atti di accertamento delle Entrate possano essere frutto esclusivo di una procedura automatizzata o comunque fondata sull’intelligenza artificiale. Intelligenza che per senatori e deputati non va utilizzata come strumento autonomo decisorio fondato sul machine learning e quindi con l’esclusione dell’intervento umano.

Tra i nuovi soggetti che potrebbero accedere alle banche dati dello Stato merita attenzione la possibilità ci concedere ai comuni l’accesso all’Archivio dei rapporti finanziari. Oggi gli enti locali per accedere devono chiedere preventivamente un parere al Garante della privacy. L’idea sarebbe quella di consentire l’utilizzo dei dati passando per le Entrate rendendo visibile il solo dato del rapporto finanziario esistente e capiente rispetto ai dati dei debitori. Sul fronte riscossione le società incaricate nell’incassare i tributi dovrebbero poter consultare direttamente e gratuitamente i servizi Siatel (Sistema di interscambio anagrafe tributarie enti locali) così da potere migliorare gli incassi dei crediti dei comuni.

Per far emergere le tante “polizze vita dormienti”, quelle non incassate dai beneficiari e giacenti presso le imprese in attesa della prescrizione, il documento che sarà approvato oggi, chiede di consentire l’accesso all’anagrafe nazionale della popolazione residente anche gli istituti assicurativi, almeno i dati relativi all’esistenza in via dei cittadini residenti.

 

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Articolo tratto da “Il Sole 24 Ore” del 12/01/2022