Bce ancora colomba: per i mercati resta il turbo sugli acquisti di bond

La previsione è che la Bce confermerà acquisti mensili fino a 85 miliardi

di Isabella Bufacchi

FRANCOFORTE

Nel metaforico “braccio di ferro” tra falchi e colombe delle ultime settimane, hanno vinto le colombe. Così la pensano i mercati, convinti che il 10 giugno il Consiglio direttivo della Bce confermerà acquisti mensili fino a 85 miliardi anche per il terzo trimestre dell’anno, ovvero «a un ritmo significativamente più elevato rispetto ai primi mesi dell’anno» ma tenuto conto degli effetti stagionali estivi con la liquidità e le nuove emissioni che di tradizione tendono a calare in agosto. I mercati si aspettano, come reiterato dalla Bce, la prosecuzione di un orientamento molto accomodante della politica monetaria, per preservare condizioni di finanziamento favorevoli sulla base delle raccomandazioni dello staff della Bce e della valutazione dei dati economici, dei progressi delle campagne vaccinali, dell’andamento dell’inflazione “core”, al netto dei beni energetici e alimentari. Alla luce di quanto è accaduto nell’ultimo trimestre e cosa arriverà il prossimo.

È dunque presto per le colombe, per cantare vittoria. Affinché la prossima riunione del Consiglio direttivo non abbia impatti restrittivi, e cioè senza un inasprimento inadeguato delle condizioni di finanziamento dal 10 giugno, i falchi dovranno astenersi dal voler filtrare qualsivoglia segnale di avvio della discussione sul tapering, la riduzione degli acquisti nel Pepp: i mercati hanno bisogno di conferme inequivocabili che in questa fase qualsiasi cenno di tapering è prematuro. Molto dipenderà il 10 giugno dai contenuti ma anche dal tono e dalle parole della comunicazione del presidente Christine Lagarde e dalla chiave di lettura data dal Consiglio alle proiezioni macroeconomiche formulate dagli esperti dell’Eurosistema per l’area dell’euro.

Per convincersi che bisognerà aspettare il Governing council di settembre prima che la Bce inizi anche solo a pensare a come smantellare le misure straordinarie monetarie pandemiche, i mercati hanno messo in fila una serie recentissima di dichiarazioni “dovish”, e non tutte provenienti da colombe conclamate. A rassicurare i mercati su un nulla di fatto la prossima settimana è stato più di tutti il membro del comitato esecutivo Fabio Panetta: in un’intervista a Nikkei il 26 maggio ha detto che «le condizioni che riscontriamo oggi non giustificano la riduzione del ritmo degli acquisti e le discussioni in merito a una progressiva uscita dal Pepp sono chiaramente ancora premature». Il governatore della Banque de France François Villeroy de Galhau ha affermato il 25 maggio: «voglio essere chiarissimo, qualsiasi ipotesi di riduzione parziale degli acquisti nel terzo trimestre è pura speculazione». Il Pepp durerà fino “almeno” al marzo 2022 e tutto dipenderà da inflazione e ripresa post-pandemia, dove nessuno per ora può dire dove esattamente termina la pandemia. «La nostra politica monetaria può essere paziente», ha detto Villeroy, invitando i mercati a pazientare. Persino i falchi di recente sono stati meno rigorosi del solito, dal presidente della Bundesbank Jens a Weidmann al governatore della banca centrale olandese Klaas Knot. Anche la tedesca Isabel Schnabel è sembrata schierarsi con le colombe. E per chi avesse avuto ancora qualche dubbio, è scesa in campo – cosa rara finora – Lagarde indicando che «la Bce continuerà a traghettare l’economia oltre la pandemia per tutto il tempo necessario, fino a ripresa ben avviata, mantenendo le condizioni di finanziamento favorevoli per tutto questo periodo».

Iniziare a discutere del tapering del programma pandemico Pepp in giugno rischia di compromettere l’effetto degli altri strumenti collegati nel pacchetto dell’accomodamento, dalle TLTRO ai tassi negativi agli acquisti dell’App. Bisognerà attendere l’esito della strategic review e le prossime proiezioni macroeconomiche a settembre. Il tapering resta una manovra molto complessa: le fughe in avanti dei mercati, che anticipano e amplificano con rialzi dei rendimenti dei bond, sono nelle corde dell’avvio del tapering. Figurarsi la fine dei reinvestimenti degli assets in scadenza.

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Articolo tratto da “Il Sole 24 Ore” del 04/06/2021