SuperAim batte Wall St.

Da gennaio il listino delle pmi è balzato del 32%, scavalcando altri indici come lo Star, l’Eurostoxx 600 e ancheil Nasdaq. Così torna ai livelli del 2018. Riuscirà a reggere il ritmo?

di Elena Dal Maso

Tra gli indici di borsa quest’anno è in corso una bella gara. Il Ftse Aim per ora ha battuto lo Star, il Ftse Mib, ma anche l’Eurostoxx 600 e Wall Street. Il listino delle piccole di Piazza Affari, che ha toccato il minimo di 6.228 punti lo scorso ottobre, ora viaggia a quota 9.629, circa un terzo in più. Ovvero una performance da inizio anno di oltre il 32%, contro un rialzo del 25% dello Star e del 16% del Ftse Mib, mentre le società europee a larga capitalizzazione sono cresciute da gennaio quasi del 14%. 

L’Aim, forte delle sue 144 imprese quotate per 7,5 miliardi di capitalizzazione, sta avvicinandosi sempre più a quota 9.850 toccata a luglio 2018 grazie allora all’ondata di liquidità dei fondi Pir. Durante l’evento MF Aim Day Italia 2021, che si è tenuto il 9 giugno, Giorgio Modica, cfo di Euronext, il gruppo dei listini europei che ha appena rilevato Borsa spa dal London Stock Exchange in tandem con Cdp Equity e Intesa Sanpaolo, ha ricordato che «l’Italia, all’interno del nuovo gruppo, è il primo Paese di Euronext. E’ il più grande investimento che abbiamo fatto ed è il maggiore volano di crescita». Le pmi dell’Aim, così come quelle di Elite, la piattaforma di Borsa spa dedicata alle società non quotate, hanno rappresentato uno degli elementi di maggior interesse per Euronext nel valutare un’operazione straordinaria su Piazza Affari. E la loro crescita è quindi ritenuta importante. «Ci aspettiamo in futuro di avere più aziende quotate e di fare che l’Italia sia il punto di riferimento per le società di fuori del territorio nazionale che sceglieranno il mercato italiano come terreno di quotazione», ha sottolineato Modica durante il MF Aim Day Italia 2021, spiegando che «bisogna essere coscienti del fatto che questo non può essere uno sforzo solo fatto dalla Borsa, ma collettivo. Ci deve essere un ecosistema che lavora strategicamente per rafforzare il mercato». 

Gli operatori sanno che il mercato è ancora molto liquido e alla ricerca di occasioni interessanti nelle quali investire. «Ci sono molti fondi con ingenti somme di liquidità che monitorano costantemente il mercato alla ricerca di aziende pronte a mettersi in gioco e a cambiare pelle per rispondere ai nuovi bisogni scaturiti dalla pandemia», intervengono Fabio Pompei, ad di Deloitte Italia e Antonio Solinas, ceo di Financial Advisory. Aggiungendo che «il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non sarà un fenomeno isolato, ma vedrà in campo tanti operatori internazionali, fondi e istituzioni finanziarie che faranno da volano». E di questo può beneficiare l’Aim. «L’indice da inizio anno è salito di oltre il 30% soprattutto grazie al fatto che gli investitori, compresi quelli esteri, si sono resi conto che l’Italia può beneficiare, anche nel segmento delle società più piccole, del Recovery Fund europeo», interviene Lorenzo Batacchi, portfolio manager di Bper banca e membro Assiom Forex. «È tuttavia necessario fare attenzione nella scelta dei titoli, perché la ricerca da parte degli analisti non è ancora approfondita e non è semplice valutare una pmi con poco flottante o con una capitalizzazione di 10-20 milioni di euro».

Il tema della qualità tocca anche Fabio Caldato, partner Olympia Wealth Management Ltd: «Conosco il listino dagli esordi e negli ultimi due-tre anni c’è stato un cambio di passo nelle dimensioni delle società quotate e degli attori coinvolti con più player istituzionali interessati a investire in questo segmento». Ora, prosegue Caldato, a maggior ragione «grazie all’effetto traino del premier Mario Draghi. A essere interessati, i fondi value specializzati nelle small cap che fanno stock picking andando a selezionare i singoli titoli». Uno dei settori più interessanti dell’Aim è quello tech, dove Caldato e come lui altri gestori stanno cercando possibili unicorni, dopo il fallimento rappresentato su questo versante dal caso Bio-on, una storia partita con grandi ambizioni, presa molto sul serio dal mercato e poi finita in tribunale.

Uno dei titoli che i desk operativi ritengono interessanti è Eles nel settore dei semiconduttori e Cy4Gate nella cybersecurity. Antonio Amendola, fund manager equity Italia ed Europa di AcomeA sgr, cita Fos, specializzata nella consulenza per la digitalizzazione. «Il Pnrr vedrà molte pmi ammodernare i propri sistemi e Fos è il player giusto per accompagnare questi attori. La società ha anche una divisione che si occupa di prototipazione e ha già fornito un pezzo innovativo per il Ponte di Genova», spiega Amendola. 

Un altro titolo che il gestore ritiene interessante è Vantea Smart (cybersecurity). «I dati e la loro sicurezza saranno al centro del dibattito e dei fondi nazionali, player come Vantea hanno le competenze giuste per raccogliere questa sfida», aggiunge Amendola. Una pmi sui generis è Officina stellare, specializzata nella produzione di telescopi e puntatori laser: «Ha come clienti i più grandi player della Difesa e della ricerca al livello mondiale e sono pionieri nei sistemi di puntamento laser per le tlc e il monitoraggio dei detriti spaziali», spiega Amendola. 

Altri due titoli sono Promotica e Dhh. La prima progetta campagne di fidelizzazione per i grandi brand e monitora con finalità predittive i dati commerciali dei clienti, ricorda il gestore. La seconda, Dhh, è specializzata nei sistemi di cloud hosting per il Sud Europa. «In un mondo che ha sempre più bisogno di dati e storage», conclude Amendola, «Dhh è leader nei mercati a più alta crescita e con la minore competizione da parte dei grandi brand americani».

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Articolo tratto da “Milano Finanza” del 12/06/2021